Un augurio di “gonfie vele”
di Redazione | LinguaNell’ultima (di questa stagione televisiva) lezione di italiano della Dante, rubrica fissa della trasmissione “L’Italia con voi” di Rai Italia, Lucilla Pizzoli ha presentato il lessico della navigazione.
Navigare e navigatore sono parole antichissime della lingua italiana, come antichissima è la vocazione marinaresca degli italiani; si dice sempre, infatti, che gli italiani sono “un popolo di santi, di poeti e – per l’appunto – di navigatori”; questa frase di Benito Mussolini in un discorso contro la Società delle Nazioni del 1935 è diventata famosa perché riprodotta sulla facciata del Palazzo della civiltà italiana, all’EUR di Roma, anche detto Colosseo quadrato. È spesso usata ironicamente, ma rimanda all’idea di questo popolo sul mare. Navigare viene da nave, dal latino, e fa riferimento a qualsiasi modalità di trasporto sull’acqua. Prende però spesso significato figurato e declina le varie condizioni con cui si viaggia sull’acqua; ecco allora “navigare a gonfie vele”, “navigare con il vento in poppa”, “navigare a lumi spenti” e molte altre.
Navi, velieri, imbarcazioni, bastimenti, natanti, la conduttrice, Monica Marangoni, ha chiesto alla prof.ssa Pizzoli quale sia il rapporto tra queste parole.
Il termine più generale è imbarcazione che fa riferimento a qualsiasi struttura galleggiante sull’acqua che ha un mezzo di propulsione variabile, a motore, a vela, a remi…
Barca è la parola più comune per le imbarcazioni di piccole dimensioni, nave quella che individua le imbarcazioni più grandi. Variano poi a seconda della dimensione e della destinazione: natante (altrettanto generico ma meno diffuso e che individua piccole imbarcazioni), chiatta o battello (con fondo piatto e destinati al trasporto di cose o persone), piroscafo e transatlantico (per le lunghissime percorrenze), traghetto (per le piccole tratte, spesso tra terra ferma e isole), cargo (destinato al trasporto mezzi), e così via.
Strumenti essenziali per la navigazione, prima dell’avvento dei satelliti, sono l’astrolabio e il sestante. L’astrolabio è lo strumento di misurazione degli astri, che deriva dal greco “lambano”, ovvero “prendere” la misura degli astri per poter localizzare l’imbarcazione, poi sostituito dal sestante, che invece è uno strumento che usando un’angolatura e uno specchio misura la distanza tra l’astro e l’orizzonte, si chiama così perché l’angolatura è un sesto di circonferenza, ovvero 60 gradi, così come l’ottante era un ottavo di circonferenza, ovvero 45 gradi.
Tra i modi di dire abbondano quelli che fanno riferimento al viaggio in mare: “a gonfie vele”, “in cattive acque”, “con ogni vento”; altrettanto si trova mutuato nella navigazione in Internet, ovvero il muoversi nel vasto oceano virtuale.
C’è un motto latino, attribuito da Plutarco a Pompeo, che dice “navigare è necessario, vivere non è necessario”, assunto a motto della lega anseatica e recuperato da Gabriele d’Annunzio a introduzione delle Laudi per riassumere uno spirito patriottico e combattente.
La Dante a “L’Italia con voi” |
Ogni lunedì e giovedì un esperto linguista della Società Dante Alighieri partecipa alle puntate di “L’Italia con voi” per proporre percorsi tra le parole, nel tempo e nello spazio, dai dialetti delle regioni italiane alla presenza dell’italiano nel mondo fra tradizione, presente e passato della nostra lingua
Lucilla Pizzoli insegna Linguistica italiana presso l’Università degli studi internazionali di Roma (Unint) e collabora dal 1999 con la Società Dante Alighieri per attività di promozione della lingua italiana in Italia e all’estero. Per il Corriere della Sera ha pubblicato il volumetto sui Modi di dire (2020). Dal 2013 partecipa come esperta di lingua italiana e coordina la rubrica curata dalla Dante Alighieri per i programmi Community e L’Italia con voi trasmessi da Rai Italia.